Armelline queste sconosciute
Armellina, o più raramente usato al plurale armelline, è il seme all’interno del nocciolo dell’albicocca e della pesca.
Viene usato in gastronomia per il suo sapore amarognolo.
Quindi per estrarre il seme (o, in termine tecnico, l’armellina) è necessario aprire il nocciolo.
I semi di albicocca possono essere dolci o amari. Quelli delle albicocche che mangiamo comunemente sono dolci.
Quelli amari, provenienti dalle albicocche selvatiche, sono quelli più ricchi di minerali e di vitamina B17, vera fonte dei benefici di questi semi.
I semi di albicocca, fin dall’antichità, sono stati usati come rimedio antitumorale, visto il loro contenuto di vitamina B17 (o amigdalina).
Persino nella Bibbia (primo capitolo della Genesi) si parla dei semi come alimento ideale per l’uomo.
Abbiamo testimonianze anche da numerose popolazioni antiche. Egizi, greci, romani, arabi: tutti erano a conoscenza delle proprietà benefiche di queste “mandorle amare”.
Il segreto è proprio il contenuto di amigdalina che si ritiene inibisca in maniera significativa la possibilità di comparsa di tumori, in particolare ai polmoni.
Questa caratteristica è stata dimostrata nella prima metà degli anni settanta dal dottor Kanematsu Sugiura.
Intorno ai semi di albicocca c’è un grande dibattito in corso sulle loro reali proprietà e sugli eventuali rischi dovuti alla loro assunzione.
Innanzitutto è bene ricordare che per mantenere inalterate le loro caratteristiche positive è necessario che i semi siano biologici, privi di pesticidi e altre sostanze chimiche.
Il vero dibattito però riguarda il contenuto di acido cianidrico (altrimenti noto come cianuro) che, in determinate dosi, è tossico per il nostro organismo.
I semi di albicocca contengono una discreta quantità di questo acido, quindi è molto importante utilizzarli con molta prudenza, nell’attesa che vengano fornite ricerche univoche da parte degli istituti di medicina mondiali.
Per ora, il Committee on Toxicity (COT) di Londra e Centro Antiveleni dell’Università de “La Sapienza” di Roma, ammettono la loro potenziale tossicità, soprattutto se ingerite in dosi elevate.
A favore dei semi di albicocca c’è da dire che la letteratura sull’argomento è piuttosto scarsa, come sottolineano altri studiosi tra cui Nicola Deliso, nutrizionista biologo barese.
Alla fine la regola aurea, come per tutte le cose, è una sola: il troppo stroppia. Quindi mangiare i semi di albicocca può certamente portare qualche beneficio, ma basta non abusarne!
Armelline queste sconosciute